Muore, a 86 anni, il protagonista delle mille battaglie dell'Italia del Novecento, il simbolo della lotta non violenta per i diritti civili e politici: l'Italia dice addio a Marco Pannella.
È stata un'agonia lunga, quella di Pannella, costretto negli ultimi mesi a saltare le sue quotidiane tappe in via Torre Argentina e a restare in casa dove, con il passare dei giorni, si susseguivano le visite di politici di ieri e di oggi, di cantanti, uomini di cultura, vecchi amici. Aveva un tumore al fegato e uno ai polmoni ma, nonostante il graduale peggioramento della malattia, Pannella non ha mai perso la sua verve. «Ha resistito in questi tre mesi soffrendo ma anche regalando agli altri e a sè stesso momenti di gioia. Scherzava dicendo che 'l'erba cattiva non muore maì ed era comunque attaccato alla radio. E si incazzava pure», è il racconto di Rita Bernardini che, con Sergio D'Elia, Elisabetta Zamparutti, Alessandro Capriccioli, Matteo Angioli e Laura Harth, ha vegliato sugli ultimi momenti di vita del leader Radicale. Pannella, al loro arrivo, dormiva. Era infatti sedato e era stato proprio lui a chiederlo dicendo 'aiutatemì, racconta Bernardini ribadendo come il 'vecchio leonè abbia lottato fino all'ultimo. E, osserva commossa, «ora fa impressione non vederlo più reagire, o parlare».
Nella clinica di via Tagliamento, per tutto il pomeriggio, è un continuo viavai di amici e politici. La commozione è forte, la sensazione è che, per dirla come Giuliana Graziani, militante radicale di lungo corso, con la morte di Pannella «si è chiusa un'epoca». Arrivano il segretario Radicale Riccardo Magi e Mina Welby, Bobo Craxi e Fausto Bertinotti e non manca di porgere il suo saluto l'ex presidente della Comunità ebraica romana Riccardo Pacifici, che ricorda il legame fortissimo tra Pannella e il mondo ebraico. Tutti gli altri avranno modo di salutare Pannella domani, alla camera ardente allestita a Montecitorio dalle 15. Mentre nella notte tra venerdì e sabato una lunga veglia al partito segnerà la vigilia dell'ultimo saluto allo storico leader: sabato tra la gente a Piazza Navona, la «piazza di tante battaglie». Poi la salma di Pannella sarà portata nella sua città natale, Teramo, e lì sarà sepolto. E di Pannella resterà l'immensa eredità delle battaglie messe in piazza: da quella per il divorzio a quella per la legalizzazione delle droghe leggere, da quella per il miglioramento delle condizioni dei detenuti a quella contro la fame del mondo.
Manifestazioni, provocazioni, scioperi della fame, infiniti monologhi via radio hanno segnato la vita politica di un leader che, tra l'altro, fu il primo a indicare Oscar Luigi Scalfaro come il più adatto alla presidenza della Repubblica, salvo poi pentirsene. «Un leone della libertà», è l'omaggio del premier Matteo Renzi, che quasi interrompe la conferenza stampa con il suo omologo olandese per rendere omaggio a Panella. «Un protagonista mai legato al potere, che è riuscito a cambiare il Paese da minoranza», ricorda il presidente della Repubblica Sergio Mattarella quasi sfiorando il rammarico ch serpeggia tra i compagni più vicini al leader radicale: quello di non aver avuto mai incarichi di governo e, alla fine, di non essere neppure stato nominato senatore a vita. «Pannella mancherà a tutti, persino ai suoi avversari, è molto amato ma poco riconosciuto nei suoi meriti in questo paese che tanto gli deve», è il graffio dell'amica di una vita di Marco, Emma Bonino.
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