VENEZIA - C'è un filo rosso che lega le rapine in villa, tutte ai danni di persone facoltose? È quanto stanno cercando di capire gli investigatori.
NUMERO DIVERSO
Tre assalti in quattro giorni hanno scatenato il terrore nella zona di Mogliano. La prima rapina milionaria risale a domenica 14 novembre, nella villa di Miotto, ex petroliere, affacciata sul Terraglio; il successivo martedì è stata la volta di un'intrusione sventata dal custode di Villa da Riva, a Zerman, dove vive Nicola Giol, rampollo della famiglia veneziana che per anni ha gestito il gruppo Pam Panorama. Infine, nella notte tra mercoledì e giovedì, è stato messo a segno un furto nella villetta di via Buonarroti, sempre a Zerman, di proprietà del principe Sebastien Egon von Fürstenberg, fondatore e proprietario di Banca Ifis. Dalla dependance è sparito soltanto un portafoglio pieno di banconote. A questa scansione di colpi si aggiunge la rapina, il 2 dicembre scorso, a Stra nella villa di Fernando René Caovilla, imprenditore calzaturiero della Riviera del Brenta, firma nota a livello mondiale per le sue celebri scarpe gioiello. Con lui in casa c'era anche la moglie e il personale di servizio. I malviventi armati hanno portato via oro e orologi di valore.
Il numero di rapinatori che entrano in scena è diverso: alle volte quattro, come da Miotto, alle volte 2 come da Caovilla. Così come le armi che esibiscono davanti alla famiglia terrorizzata. Ma, il filo comune non viene escluso. E i carabinieri di Treviso indagano in questo senso.
Ed è un filone che anche la Mobile di Venezia ha iniziato a sondare per tentare di dare un nome e un volto a chi ha colpito nella dimora settecentesca della firma più prestigiosa del calzaturiero.
LA SERIE
Il primo colpo della serie è stato messo a segno nella villa del petroliere Giancarlo Miotto, a Mogliano, quasi un mese fa, il 14 novembre. Quella sera - come avvenuto a casa Caovilla - i rapinatori sono entrati armi in pugno all'ora di cena: «State fermi e non vi succederà niente» hanno minacciato con forte accento straniero.
I quattro componenti della banda, tutti stranieri, con il volto travisato da passamontagna, vestiti con giubbetti e jeans, due dei quali armati di pistola. Poi, hanno chiesto all'imprenditore di accompagnarli nelle stanze dove erano custodite le casseforti. Se le sono fatte aprire e hanno arraffato tutto quanto c'era all'interno. Soldi, gioielli, ma anche alcuni capi di abbigliamento di marca, come borse che poi, nella fuga, hanno abbandonato nel parco della villa in quanto, probabilmente, troppo voluminosi e ingombranti. Il bottino è ingente. Si parla di diverse decine di migliaia di euro.
Pochi giorni dopo, il 16 novembre, la stessa sorte sarebbe toccata a Nicola Giol, ma qui a far saltare il piano dei rapinatori è stata la sorveglianza della villa di Zerman - dove abita Giol - che ha notato l'intrusione dei rapinatori e dando l'allarme ha sventato il colpo.
Il 18 novembre nel mirino della presunta banda di rapinatori dei vip è finito il principe Sebastien Egon Fürstenberg, che è stato colpito nella dependence della sua villa a Zerman.
I PUNTI DI CONTATTO
A vederle di primo acchito le similitudine tra i quattro colpi spiccano molto di più nel primo e nell'ultimo caso, quelli subiti da Miotto e René Caovilla. Identiche le modalità di ingresso in casa, all'ora di cena, come se i rapinatori conoscessero alla perfezione le abitudini delle loro vittime. Identica anche la richiesta di farsi accompagnare alla cassaforte dell'abitazione.
Sono i due punti principali da cui le Procure di Treviso e di Venezia sono partite per dare la caccia alla banda.
Mentre non è ancora chiaro se nel colpo a casa Caovilla i rapinatori avessero con sé una pistola: sul punto le testimonianze di chi era presente (oltre all'imprenditore alla moglie Paola, anche personale di servizio) sono diverse.
Valeria Lipparini