Mestre. Barista picchiato e rapinato, il barbiere: «Ho sentito gridare aiuto, ho provato a inseguire l'aggressore in monopattino» - Video

Il titolare del Caffè Tivoli in centro a Mestre è stato aggredito: l'amico e collega ha provato a bloccare il rapinatore ma non ci è riuscito

Domenica 14 Aprile 2024 di Giulia Zennaro
Il luogo della rapina

MESTRE - «Ho sentito gridare "aiuto, aiuto". Ho provato a inseguire quell'uomo ma non ci sono riuscito. A ripensarci mi vengono i brividi ma non potevo far finta di niente». Daniel, il barbiere che ha la bottega proprio accanto al Caffé Tivoli, dove il barista Michele, conosciuto da tutti come Miky, è stato aggredito e rapinato, conosce bene Corso del Popolo e via Mestrina.

L'inseguimento del rapinatore a bordo del monopattino

«Mi vergogno a raccontare che ho un locale qui a Mestre, le dico la verità. Mio padre mi ripete sempre di andarmene ma io gli rispondo che non ho intenzione di chiudere e che rimarrò al mio posto. Gliel'ho detto anche prima per telefono, quando l'ho chiamato per raccontargli cos'era successo. Sono qui da anni, questa zona sta peggiorando ogni giorno di più, e sì che siamo in centro», dice sconsolato, appoggiato al suo monopattino, «una bestia che raggiunge anche i 90 chilometri all'ora». Con quella "bestia" ha provato a inseguire il balordo che ieri pomeriggio ha rapinato il Caffé Tivoli e ha picchiato a sangue Miky. «Ero qui al bar, ci vado tutti i giorni, sono un cliente così fisso che Miky e sua moglie non si fanno problemi a farmi credito, tanto sanno che pago sempre. Avevo finito di lavorare e mi stavo bevendo una birra quando ho sentito urlare. Era la moglie di Miky che chiedeva aiuto, c'era suo marito che perdeva sangue dal viso. Quest'uomo gli ha puntato un coltello alla gola e gli ha spaccato la faccia a pugni. Ha preso la cassa ed è scappato, aveva anche lui un monopattino, ma non potente come il mio. Il tempo di realizzare cos'era successo e sono saltato sopra al monopattino e ho provato a inseguirlo ma lui si era dileguato per qualche via secondaria. Ma lo prenderanno, ci sono le telecamere». Daniel, barbiere trasformatosi in inseguitore, è preoccupato per il suo barista di fiducia. «Mi è dispiaciuto che non abbiano lasciato salire sull'ambulanza sua moglie, era agitatissima. Per fortuna una signora gentile si è offerta di accompagnarla all'Angelo, così ora lei è lì al suo fianco». Anche un mese prima la stessa persona, un tossicodipendente napoletano conosciuto in zona per procurarsi le dose con le rapine, aveva fatto un colpo sempre al Caffé Tivoli. «I carabinieri sono arrivati 45 minuti dopo la chiamata - ci tiene a sottolineare Daniel - e per fortuna passava di qui un'ambulanza».

La richiesta dei commercianti: «più controlli»

«Un fatto grave che scuote tutti noi commercianti - spiega Alberto Pietroni della storica bottega di scarpe Falier, a pochi metri dal Caffé Tivoli - ma vorrei che andassimo oltre la solita narrazione per cui Corso del Popolo e tutto il centro non sono più sicuri. Quello che bisogna fare è chiedere a gran voce, tutti noi negozianti, che i controlli siano più capillari e gli interventi più tempestivi. Oggi pomeriggio (ieri per chi legge, ndr) i carabinieri sono arrivati 45 minuti dopo essere stati allertati, e solo per un caso non c'è scappato il morto.

Non siamo in una zona periferica e scomoda da raggiungere, questo è il centro di Mestre. Bisogna pensare a un controllo più decoroso di queste zone». «Io sarei per la giustizia privata - sbotta un cliente del bar -. Fosse per me avrei investito questo balordo e l'avrei consegnato alle forze dell'ordine». Mentre parla, i carabinieri tirano giù le serrande del Caffé Tivoli. Questo sabato di lavoro, per Miky e sua moglie, è finito prima del previsto.

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Ultimo aggiornamento: 15 Aprile, 09:34 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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