MESTRE - «La sicurezza la vogliamo tutti, e siamo sempre disponibili a parlare con chiunque, ma qui comandiamo noi». Luigi Brugnaro, sindaco di Venezia, non ha gradito l'iniziativa della comunità bengalese che sta organizzando una marcia sulla sicurezza, dopo aver già organizzato una passeggiata in Corso del Popolo e dopo l'accoltellamento di un imprenditore del Bangladesh titolare di un bar pasticceria in Corso. «Marce ne abbiano viste, ho aderito a quella di via Piave di febbraio 2023, ho detto loro avete ragione.
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Brugnaro ne approfitta per ringrazia le forze dell'ordine per il lavoro che stanno facendo «ma senza leggi adeguate, che ci consentano di rinchiudere per un po' di giorni chi viene colto in flagranza di resto, va a finire che garantiamo l'impunità a chiunque, piccoli e grandi criminali. E così non siamo più credibili. Non sono un sindaco sceriffo ma l'Italia, soprattutto dopo il Covid, sta debordando e il rischio è che i cittadini vogliano farsi giustizia da soli». Tornando ai bengalesi Brugnaro annuncia che li chiamerà per parlare assieme «ma è inutile fare manifestazioni sulla sicurezza se non si pensa prima alla pulizia e al decoro. E poi abbiamo visto tutti i bengalesi manifestare per la Palestina, e francamente non si è capito il nesso, se manifestano per la sicurezza in città o per una comunità islamica. Su questo va fatto un po' di chiarezza. Che la comunità bengalese faccia manifestazioni e che venga a insegnarci le norme e le regole non va bene».
VIA GIUSTIZIA
Sempre riguardo la sicurezza il sindaco è tornato anche sulla vicenda di via Giustizia dove due carrozzerie sono alle prese da anni con furti, danneggiamenti e tossicodipendenti e sbandati che bivaccano davanti alle attività vicino al Drop in comunale. «Al Drop in portiamo i giovani fragili, ma sono tanti e, tra loro, anche persone che vengono da altre città. Per questo abbiamo un progetto per ingrandirlo, oltre a collaborare con le comunità locali di recupero e assistenza ai giovani deviati. E al contempo da anni sto chiedendo ai proprietari della ex segheria, dove si concentra il degrado, di sistemare l'edificio e l'area ma non vogliono investirci». La zona è anche sfortunata perché isolata dal resto della città, e l'unico collegamento esistente (a parte il passaggio a livello spesso chiuso) è il sottopasso ciclopedonale. «Ma l'hanno costruito troppo stretto, - continua Brugnaro - le camionette delle forze dell'ordine non ci passano per cui è anche difficile intervenire, soprattutto in tempi rapidi per evitare che, quando si arriva, se ne siano già andati tutti».