Venezia. Gino Allegri, il pilota che sorvolò Vienna: in volo con D'Annunzio

Il Vate lo aveva soprannominato "Fra' Ginepro", come il compagno di San Francesco d'Assisi, per la sua lunga barba e per il carattere sempre allegro

Lunedì 12 Giugno 2023 di Alberto Toso Fei
Ritratto di Gino Allegri

VENEZIA - Ai comandi del suo aeroplano fu uno dei partecipanti al celebre "Volo su Vienna" condotto da Gabriele D'Annunzio il 9 agosto 1918.

Il Vate lo aveva soprannominato "Fra' Ginepro", come il compagno di San Francesco d'Assisi, per la sua lunga barba e per il carattere sempre allegro. E Gino Allegri era gioviale fin dal cognome, sebbene il destino gli stesse riservando entro qualche settimana da quell'impresa una morte abbastanza banale, per un aviatore della sua levatura.

Girolamo "Gino" Allegri era nato a Venezia il 25 marzo 1893, ma aveva vissuto con la famiglia sempre a Mestre (il padre Carlo, anche lui veneziano insulare di nascita, fu anche sindaco di Mestre proprio nel periodo bellico, tra il 1914 e il 1919). Allo scoppio della prima guerra mondiale - dopo una esperienza come impiegato di banca tra Londra e Vienna - si arruolò ventiduenne nell'esercito presidiando le batterie costiere del Lido nel Quinto Artiglieria di Fortezza. Raggiunto il grado di sergente, nel 1916 divenne - su sua richiesta - pilota aviatore e per i mesi successivi fu impiegato al fronte tanto in missioni di ricognizione aerea che in attacchi con bombe e mitragliatrice. In totale la sua carriera di aviatore contò 119 voli.
Il mattino de Il 7 giugno 1918 fu protagonista della cosiddetta "Beffa di Feltre", quando fingendo di essere stato colpito dalla contraerea austriaca simulò una caduta con l'aereo privo di controllo. A pochi metri da terra, invece, Allegri raddrizzò l'apparecchio e sfiorando i tetti delle case eseguì due voli fulminei sul campo d'aviazione, mitragliando e lanciando bombe.
Il 27 febbraio 1918, divenuto sottotenente, Gino Allegri fu assegnato alla Terza Sezione SVA di San Pelagio (il campo di volo di Due Carrare, in provincia di Padova), e il 17 luglio successivo entrò a far parte della 87ma Squadriglia aeroplani "La Serenissima". Di lì a pochi giorni, il 9 agosto, partecipò al Volo su Vienna, ideato dal giornalista del Corriere della Sera Ugo Ojetti e condotto da Gabriele D'Annunzio: otto velivoli Ansaldo SVA (altri tre, levatisi dal campo d'aviazione di Due Carrare, erano stati costretti a rientrare o atterrare per problemi tecnici) sorvolarono la capitale austriaca facendo piovere sui viennesi centinaia di migliaia di volantini tricolore sui quali era impresso uno scritto - concepito dallo stesso Ojetti - che iniziava in questo modo: "Viennesi! Imparate a conoscere gli italiani. Noi voliamo su Vienna, potremmo lanciare bombe a tonnellate. Non vi lanciamo che un saluto a tre colori: i tre colori della libertà". Il testo esortava gli abitanti di Vienna a ripudiare i generali prussiani e a cercare una intesa che ponesse termine alle ostilità.
Il 5 ottobre 1918, non ancora ristabilito da una lieve malattia, Gino Allegri partecipò a una ricognizione offensiva nell'area di Monfalcone. Al rientro al campo del Castello di San Pelagio, nel compiere evoluzioni per esprimere la soddisfazione per il buon esito della missione, entrò in collisione con il velivolo del tenente Guglielmo Vianini e precipitò accanto alla pista di atterraggio. Il suo aereo, che aveva ancora una bomba che non si era sganciata, esplose. Aveva venticinque anni.
Tre anni più tardi, il 19 agosto 1921, assieme agli encomi conquistati sul campo (due croci di guerra, una medaglia di bronzo e tre d'argento al valore militare) gli fu concessa, postuma, una Medaglia d'Oro. A Girolamo "Gino" Allegri sono stati intitolati l'aeroporto di Padova e una via del centro di Mestre. L'aeroplano Ansaldo SVA col quale "Fra' Ginepro" partecipò al Volo su Vienna è esposto al Museo dell'aeronautica "Gianni Caproni" di Trento. Il suo monumento funebre si trova invece nell'isola-cimitero di San Michele, a Venezia.

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