Regole impossibili, addio alle gite scolastiche: decine di viaggi saltati per la burocrazia

Giovedì 7 Marzo 2024 di Marco Agrusti
Alunni in gita

Ci sono voluti 150 studenti assiepati - e arrabbiati - nell’atrio di una delle scuole più importanti della regione, per fare emergere un problema che in realtà è tutt’altro che limitato. Anzi, sta diventando di tutti: organizzare una gita scolastica, per un normale istituto, sta diventando un incubo.

E in tutto il Friuli Venezia Giulia sono già decine i viaggi d’istruzione andati a monte a poche settimane dalla partenza. Non solamente la gita in Grecia del Leopardi-Majorana di Pordenone.

E la causa è da ricercare nel nuovo codice degli appalti, che equiparando le scuole pubbliche a degli enti come i Comuni ha di fatto reso un labirinto normativo l’organizzazione di una gita. Il tutto a discapito degli studenti, privati di un’esperienza fondamentale prima del percorso universitario. L’Anticorruzione, con una circolare, ha provato a metterci una pezza, istituendo una sorta di proroga fino a settembre, ma ormai per molte scuole il danno era già determinato.

Organizzare una gita scolastica: le nuove norme

Dal primo gennaio di quest’anno una scuola strutturata e con molti studenti (e qui il riferimento al Leopardi Majorana di Pordenone calza a pennello) non può più organizzarsi la classica gita da sola. La procedura è diventata lunga e comparabile a quella di un appalto pubblico gestito da un Comune. L’ostacolo principale è quello della stazione appaltante. Un esempio? Al di sopra dei 140mila euro totali (quindi bisogna sommare tutte le gite organizzate da un istituto), serve una stazione appaltante qualificata. Uscendo dal gergo tecnico, c’è bisogno di un soggetto che per conto terzi gestisca quella che ormai è diventata una vera e propria gara d’appalto. Con annessi e connessi. Ecco perché i dirigenti del Leopardi Majorana di Pordenone hanno risposto così agli studenti che protestavano: «La scuola deve agire rimanendo nel perimetro della legalità».

Cosa deve fare la scuola?

Legalità, certo. Quindi un istituto scolastico come un liceo cosa deve fare? Delle segreterie già in difficoltà a causa della carenza di personale devono concretamente mettersi a cercare queste stazioni appaltanti. E il mercato, stando a quanto ricavato dai vertici del mondo scolastico del Friuli Venezia Giulia, non è così ricco di questi soggetti.

Il secondo problema è rappresentato dall’intasamento: in questo periodo, che è il migliore per quanto riguarda le gite scolastiche, le stazioni appaltanti che operano anche in conto terzi sono letteralmente prese d’assalto. Decine di grandi scuole bussano alla porta delle centrali di committenza, tutte con una richiesta: «Organizzateci il viaggio d’istruzione». E la risposta sempre più spesso è diventata negativa. Non per cattiveria, ma semplicemente perché l’organizzazione potrebbe sì avvenire, ma in tempi molto più lunghi. Quindi non compatibili con quelli delle scuole.

È ancora una volta l’esempio del Leopardi Majorana, con la gita in Grecia prima posticipata a dopo il 25 aprile e poi cancellata, in attesa di un “salvataggio” promesso dalla preside Antonella Viola.

Le responsabilità degli accompagnatori

L’ultima batosta, solamente attutita da un regime transitorio che da settembre non ci sarà nemmeno più, arriva sulla testa delle scuole dopo anni in cui le regole alla base dei viaggi d’istruzione sono diventate praticamente a una giungla. Le responsabilità in capo agli insegnanti accompagnatori sono decuplicate rispetto a un tempo e anche i costi - come si vede nell’articolo in piede di pagina - fanno la loro parte. Ora, a causa dell’irrigidimento normativo portato dal nuovo codice per gli appalti, sono già decine le gite saltate in regione per l’indisponibilità delle stazioni appaltanti. E altre decine sono in bilico, perché la proroga normativa è arrivata quando molti viaggi erano già stati programmati e comunicati agli studenti.

Ultimo aggiornamento: 16:54 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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