Ladri con il drone a Paese, perlustrano la zona e poi colpiscono. Messa a soqquadro una casa, bottino da 20mila euro

Lunedì 7 Agosto 2023 di Valeria Lipparini
Ladri con il drone a Paese, perlustrano la zona e poi colpiscono. Messa a soqquadro la casa di Mardegan, bottino da 20mila euro

PAESE (TREVISO) - Ladri sempre più sofisticati. Che, prima di tentare un colpo sorvolano l’area con il drone per captare immagini di eventuali movimenti di padroni di casa, ma anche dei vicini. E poi, assicuratisi sul “via libera”, fanno scattare il furto.

Senza esclusione di colpi. È quanto sarebbe successo tra le 20,30 di sabato e l’1,30 di domenica, in via della Resistenza, a Paese. Stando alla ricostruzione del residente una banda, dopo aver liberato il drone ed essersi assicurata che nella zona commerciale a due passi dal centro non ci fosse nessuno e che l’abitazione fosse deserta, è entrata in azione spaccando a picconate il portoncino e la porta a vetri della cucina. 


IL RACCONTO
Lo racconta Francesco Mardegan, in un post sul web, in cui descrive la notte della banda dentro casa sua e l’utilizzo del drone. «Assurdo come i droni possano girare indisturbati sopra le case» scrive. I ladri, una volta all’interno, hanno avuto tutto il tempo di rovistare ogni stanza, distruggendo i cassetti, aprendo armadi, cassapanche e vetrinette. Hanno agito con meticolosità, senza tralasciare nulla perchè i proprietari erano fuori e quando sono rientrati si sono trovati davanti la casa messa a soqquadro e il portoncino spaccato. I ladri, da come si sono mossi sembrano esperti, hanno spostato i quadri, alla probabile ricerca di una cassaforte che non c’era, e se ne sono andati comunque con un bottino di ori, argenti e contanti di circa 20mila euro. I padroni di casa si sono accorti che era stata addirittura coperta la telecamera di videosorveglianza con un telo bianco. La via d’accesso l’hanno fornita due abitazioni confinanti, dove hanno prima tagliato le due recinzioni per poi scavalcarle. Inoltre, hanno bloccato l’unico cancello d’entrata con il fil di ferro in modo da rendere più difficile l’accesso di un’eventuale pattuglia delle forze dell’ordine. «Probabilmente sono professionisti ed erano quasi certamente più di uno» dice Francesco Mardegan. 

Ultimo aggiornamento: 8 Agosto, 09:28 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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