ROVIGO - Benedizione romana per Valeria Cittadin come candidata sindaco di Rovigo della coalizione di centrodestra. Il nome dell’ex segretaria provinciale della Cisl, che sabato scorso ha presentato le dimissioni da componente della segreteria regionale del sindacato, è iniziato a circolare da settembre quando, forse non a caso, il suo primo giorno di scuola, da preside di ruolo dell'istituto comprensivo Rovigo 3, ha fatto registrare la prestigiosa visita di saluto dell'assessore regionale Elena Donazzan. Per mesi si sono affollate altre ipotesi, compresa quella forte dell'ex prefetto Enrico Caterino, e non sono mancati i mugugni e qualche colpo basso, anche perché internamente in tanti, più o meno velatamente, speravano di potersi giocare le proprie carte nella corsa interna. Tuttavia gli orientamenti dei partiti della coalizione a livello locale sono apparsi convergenti solo sull'ipotesi Cittadin. Nome indicato da Fratelli d'Italia che può quindi mettere il cappello sulla scelta del candidato sindaco, spazzando via anche le nubi su ipotizzati contrasti e spaccature con le altre forze, che apparivano più riflessi di frizioni regionali e nazionali rispetto a quanto si registrava a livello locale fra i vertici di FdI, Lega e Forza Italia.
Ieri a Roma si è riunito il tavolo nazionale dei partiti del centrodestra e ha indicato in Valeria Cittadin il candidato unitario per Rovigo.
GLI ALTRI FRONTI
Ora inizia la battaglia elettorale vera e propria. Battaglia nella quale il centrosinistra è sempre più balcanizzato, con i tentativi di aggregare e di costruzione di una coalizione che si sono scontrati con le ambizioni dei vari gruppi. A tutto vantaggio del sindaco dimissionario Edoardo Gaffeo, che pur nella inedita veste di candidato di civici e 5 stelle, ha sicuramente più chance di arrivare al ballottaggio in un panorama di centrosinistra spezzettato e frammentato. Con Azione che sempre più vicina a Federico Frigato, come Italia Viva, ieri ha dato il benservito all'ipotesi di un'alleanza che il Pd sembrava coltivare con l'idea di offrire la candidatura di coalizione a Silvia Menon: «Azione - afferma il partito di Calenda - non dialoga con chi non fa proposte che mettono al centro la soluzione dei problemi della città, ma si preoccupa soltanto di far trionfare i personalismi. Ogni settimana nella nostra sede ci incontriamo per discutere idee per migliorare la vivibilità di Rovigo, cerchiamo soluzioni per risolverne i problemi, vogliamo una squadra di persone competenti e appassionate che sappiano amministrare, capaci di far accadere le cose. Come possiamo ascoltare chi per 15 anni ha bloccato la città per incapacità o per arroganza e viene a proporsi a noi con lo stesso atteggiamento inconcludente? Il risultato è sotto gli occhi di tutti, gli indicatori sociali ed economici stanno calando, la provincia ha perso, negli ultimi otto anni, oltre 15mila residenti, peggiora il tasso di disoccupazione, assistiamo alla desertificazione del centro e le periferie sono abbandonate. Non intendiamo ascoltare chi nelle ultime legislature ha perso più tempo a litigare che a governare. Abbiamo parlato con tutti coloro che ci hanno chiamato, ma finora, abbiamo sentito solo proposte di unione con l’unico fine di vincere o peggio ancora, di affossare qualcun altro, sia che fosse centrodestra, sia che fosse centrosinistra». Anche se alle elezioni si corre proprio per vincere.