La magia delle Pozze smeraldine non esiste più. È l’amaro verdetto dell’estate 2022, e in particolare dalle settimane di agosto.
I SERVIZI
Partiamo proprio da qui: la logistica è impeccabile. Si arriva nel capoluogo in auto dopo aver attraversato la valle, aver osservato i borghi che la siccità ha fatto riemergere nel lago di Redona, e si giunge in un comodissimo parcheggio gestito da Gsm. Con cinque euro al giorno si lascia l’auto in sicurezza e si parte, rigorosamente a piedi, alla volta del sito tanto decantato. Il tragitto si percorre in circa mezz’ora e si divide tra una prima parte di strada asfaltata e una seconda di strada forestale perfettamente mantenuta. In prossimità delle Pozze sono stati posizionati - in un luogo discosto e con una schermatura apposita - dei bagni chimici. Insomma, quanto all’assistenza ai turisti il giudizio è ottimo, anche se sorge il dubbio che proprio tutti questi bonus abbiamo finito per favorire l’assalto.
LE POZZE
È quando si arriva alle Pozze che la magia di un tempo non si percepisce più. Ogni singolo centimetro della piccola “spiaggia” è occupato da stuoie e ombrelloni. E fin qui si può soltanto recriminare contro la sfortuna (o la stupidità) di aver scelto il giorno sbagliato. Basta tuttavia attendere qualche istante per sentire partire la musica a palla dagli stereo, le urla ripetute dei genitori che richiamano i bimbi per il pranzo, perfino un maldestro tentativo di griglia, espressamente vietata anche per non innescare incendi. E poi ci sono i novelli campioni del mondo di tuffi che spiegano a gran voce la difficoltà del loro carpiato.
I RIMEDI
Difficile tornare indietro, perché ormai la fama delle Pozze è addirittura planetaria. Ma al momento nulla hanno di diverso da un anonimo picnic sul Meduna. Perché di smeraldino non è rimasto praticamente nulla, visto che in acqua si notano solo sagome umane. Essendo impossibile contingentare l’accesso, non resta che dare un consiglio a chi vuole tornarci per godersi lo spettacolo della natura di quando il sole illumina le acque in quella conca così caratteristica: evitare come la peste i mesi estivi, provando a maggio e settembre. Perché una volta insegnata la strada ai maleducati, il destino dei mesi caldi sembra segnato. Nel frattempo, ci si può consolare con altri posti da favola, di cui volutamente non si daranno indicazioni troppo specifiche affinché non facciano la medesima fine: si trovano in Val Silisia e in Val d’Arzino. La caccia al tesoro è aperta.