Debora Sorgato in carcere per l'omicidio di Isabella Noventa patteggia sei mesi per calunnia

Martedì 18 Luglio 2023 di Marco Aldighieri
OMICIDIO NOVENTA - Freddy Sorgato in tribunale, la sorella Debora patteggia 6 mesi per calunnia

PADOVA - Debora Sorgato, in carcere dal 16 febbraio del 2016 per l’omicidio della segretaria di Albignasego Isabella Noventa, ha aggiunto altri sei mesi alla sua pena detentiva.

La donna delle pulizie è stata condannata in via definitiva a trent’anni e ha poi patteggiato un anno per la detenzione di alcune pistole. Adesso, davanti al Gup, ha patteggiato altri sei mesi in continuazione per il reato di calunnia. 

IN TRIBUNALE

Sorgato durante l’udienza del 17 giugno del 2021, sulle armi ritrovate nell’abitazione dell’ex maresciallo dei carabinieri Giuseppe Verde e suo ex compagno il 7 marzo del 2016, in aula ha dichiarato che le pistole appartenevano a lui e alla tabaccaia veneziana Manuela Cacco. 
Un mucchio di bugie, come ha rilevato l’accusa rappresentata dal pubblico ministero Giorgio Falcone, dette per salvare l’imputato: suo fratello Freddy. Tra l’altro l’ex autotrasportatore, dietro alle sbarre pure lui per avere assassinato Isabella Noventa, il 3 febbraio del 2022 è stato assolto dai giudici del Tribunale collegiale per non avere commesso il fatto. Una assoluzione non digerita dalla Procura che, sempre attraverso lo stesso sostituto procuratore, ad aprile dell’anno scorso ha presentato ricorso in Appello. 

L’EPISODIO 

La sera del 7 marzo del 2016 Giuseppe Verde, ex maresciallo dei carabinieri ed ex compagno di Debora, ha fatto ritrovare agli uomini della Squadra mobile 124 mila euro e due pistole vecchie, ma perfettamente efficienti: un’Astra di fabbricazione spagnola 9x21 e una Beretta calibro 7.65 con relative munizioni. Debora Sorgato per le armi ha appunto scelto di patteggiare un anno, mentre Freddy ha voluto andare a processo e ha ottenuto l’assoluzione. 
E durante il dibattimento il giorno 17 giugno del 2021 la donna delle pulizie, in collegamento video dalla casa di reclusione di Vicenza, ha rilasciato la sua testimonianza. «Circa cinque o sei giorni prima dell’arresto (avvenuto il 16 febbraio del 2016, ndr) - ha giurato - Manuela Cacco mi ha consegnato una scatola. Non voleva tenerla nella tabaccheria e prima la aveva custodita in un negozio di oreficeria. Temeva una perquisizione». E ancora: «La scatola mi si è aperta e sono uscite le pistole. Allora ho chiamato Giuseppe Verde perchè le conservasse a casa sua, volevo preservare mio figlio minorenne. E poi quella stessa notte, dopo l’una, ho chiamato al telefono cellulare Cacco per avere spiegazioni sulle armi. Insomma, Freddy delle pistole non ne sapeva nulla. Invece i soldi erano miei e di mio fratello». 
Un vero e proprio colpo di scena, ma gli inquirenti non hanno creduto a una sola parola pronunciata da Debora Sorgato, finita poi iscritta nel registro degli indagati con l’accusa di calunnia. Le successive indagini condotte su mandato della Procura hanno portato alla luce le menzogne dette dalla donna delle pulizie, durante il processo con imputato il fratello. A questo punto Debora è stata messa all’angolo, tanto da dover patteggiare una pena di sei mesi in continuazione con l’altro patteggiamento di un anno per la detenzione delle armi. I fratelli Debora e Freddy Sorgato a febbraio dell’anno scorso, dopo avere trascorso sei anni rispettivamente a Montorio Veronese e al Due palazzi, hanno cambiato carcere. Entrambi sono stati trasferiti nella casa di reclusione di Bollate a Milano. Un penitenziario modello, dove l’ex autotrasportatore si è iscritto a un corso di laurea. 

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