Sinner e il paragone con i ragazzi di oggi: «Non viviamo di social». Lettera dei liceali di Cittadella al nostro commento sul campione. La risposta

Domenica 4 Febbraio 2024 di Mario Ajello
Sinner e il paragone con i ragazzi di oggi

Gentile Direttore,

siamo i ragazzi della 4B Scienze Applicate del Liceo "Tito Lucrezio Caro" di Cittadella e desideriamo rispondere al commento di Mario Ajello comparso sul Gazzettino del 1 febbraio, in cui Sinner viene proposto come un modello in controtendenza rispetto ad una generica categoria di "giovani", che appaiono come il suo esatto opposto.


Si definisce una virtù il fatto che non usi i social media, mentre i giovani non sanno farne a meno. In realtà se si guarda il suo profilo Instagram si può notare che posta con una certa frequenza. Quindi neanche lui è capace di sottrarsi all'attrazione dei social. Sicuramente le ore che dedica all'allenamento riducono il suo tempo sui social, mentre i giovani sembra che siano collegati h24, in quanto nullafacenti. Riteniamo che si tratti di una semplificazione della realtà, viziata da un pregiudizio. Stare sui social non significa sempre buttare via il tempo: i social possono essere fonte di informazioni, ci consentono di approfondire argomenti di nostro interesse e di avere più versioni dello stesso argomento, in modo tale da ricavare una lettura molteplice e non filtrata e uniforme. Inoltre i social sono un potente strumento di comunicazione tra i giovani che ha sostituito altre forme più tradizionali di socializzazione. I social insomma non sono di per sé negativi: è piuttosto l'uso che se ne fa a determinare il valore; e non tutti i giovani li usano in modo negativo.


Inoltre Sinner viene proposto come un modello perché ha saputo progettare il suo futuro, si è posto degli obiettivi e li ha raggiunti con sacrificio, impegno e costanza, mentre sembra che tutti i "giovani" si distraggano e si disperdano. In realtà esistono molti giovani ambiziosi che hanno obiettivi chiari e lavorano duramente per raggiungerli, mentre dall'articolo traspare che "tutti" i giovani siano incapaci di porsi obiettivi a lungo termine, non siano concentrati e non abbiano la costanza per perseguire i loro obiettivi fino in fondo.


In risposta all'affermazione che "Sinner continua ad allenarsi, ci mette impegno e umiltà costanza, mentre i giovani sono convinti di avere un successo facile", è fondamentale evitare generalizzazioni e riconoscere la diversità delle esperienze giovanili. Sebbene atleti come Sinner possano rappresentare esempi positivi di impegno e costanza, è sbagliato giudicare l'intera gioventù in base a presunte aspettative facili di successo. Alcuni giovani affrontano sfide significative e sono consapevoli della necessità di lavorare duramente per raggiungere i propri obiettivi. Invece di condannare, sarebbe più costruttivo fornire educazione e sostegno per aiutare i giovani a sviluppare una visione realistica e sostenibile del successo. Non può passare il messaggio che il successo sia solo vincere una competizione sportiva di altissimo livello, ma anche ottenere un diploma con buoni voti, pianificare il proprio futuro prossimo pensando ad un percorso di formazione, impegnarsi per raggiungere una laurea, avere dei sogni e lavorare per andarci vicino.


Sinner è ritratto con la coppa dentro il Colosseo per celebrare la sua vittoria in un monumento dell'antica civiltà romana e questo metterebbe in evidenza il valore attribuito dal tennista alla cultura e ai suoi monumenti, non come i "giovani" che imbrattano i monumenti in totale disprezzo del passato.


Non tutti i giovani a dire il vero imbrattano i monumenti e compiono atti di vandalismo. Non si può negare che alcuni lo facciano, prevalentemente per ignoranza, ma non è sicuramente una pratica che accomuna tutti i giovani, si tratta di un comportamento di alcuni che sono privi di educazione e rispetto. Tuttavia i giovani sono figli degli adulti, sarebbe più interessante capire le motivazioni e pensare strategie per educare questi giovani piuttosto che accusare e generalizzare. Ci sono anche molti giovani impegnati nel volontariato in associazioni a difesa dell'ambiente o in cause sociali.


Infine, nell'articolo si fa riferimento al fatto che i giovani non sanno gestire il loro tempo e che di conseguenza lo sprecano. A nostro parere ci sono dei giovani che corrispondono a questa descrizione, ma anche molti altri che adottano strategie efficaci per bilanciare studio, lavoro e attività ricreative o sport praticati anche a livello agonistico. Noi dunque non riteniamo corretto generalizzare tutti i ragazzi e definirli secondo uno stereotipo, quando invece molti si impegnano duramente per raggiungere i loro obiettivi e realizzare i loro sogni.


Sicuramente Sinner rappresenta un modello e lo condividiamo, molti di noi hanno seguito le sue gare e lo ammirano, ma lui è uno di noi, non uno all'opposto di noi.

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Ringraziamo gli studenti del Tito Lucrezio Caro, perché ci ricordano due verità importanti: mai generalizzare (a proposito dei giovani e di chiunque altro) e mai semplificare gettando una croce sui social e non distinguendo tra i vari modi si usarli.

Evidentemente non siamo stati capaci di esprimere in pieno, e ce ne scusiamo, la nostra convinzione che occorre sempre distinguere. Quello che invece ci premeva di dire nell'articolo su Sinner è che per le cose che dice e per come le dice rappresenta un modello positivo. Non l'unico ovviamente ma data la sua fama è quello che può fare da simbolo e da traino e incarnare sul grande palcoscenico dell'opinione pubblica quanto di meglio esiste in Italia nelle nuove generazioni, strapiene di ragazze e ragazzi meritevoli. Sinner è uno di loro.

Ultimo aggiornamento: 5 Febbraio, 07:18 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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