I residenti di via Turazza contro la moschea: «Pregano troppo è difficile riposare»

Domenica 7 Aprile 2024 di Marco Aldighieri
VIA TURAZZA - I fedeli islamici della moschea pregano all'esterno

PADOVARiposare di notte per alcuni residenti di via Turazza è diventato impossibile. La colpa? Le continue preghiere dei fedeli musulmani della moschea. Il luogo di culto è nato nel novembre del 2012 per volontà dell’associazione culturale "Al-Hikmah" (La saggezza) all’interno di una ex galleria d’arte. Ma un paio di anni più tardi, tra i religiosi e gli abitanti sono iniziati i problemi di convivenza. 
«La politica e la religione non c’entrano nulla, è che non riusciamo a dormire» hanno precisato gli autori di decine di esposti a polizia, carabinieri e Procura. Lo scorso 19 marzo è stata spedita anche una email al gabinetto del sindaco. Fino ad arrivare alla chiamata al 112 della notte tra venerdì e sabato. I musulmani, in questo periodo dedicato al Ramadan (l’ultimo giorno è martedì), si rivolgono alla Mecca anche cinque volte nell’arco di una giornata. «Pregano utilizzando casse e altoparlanti. Pregano all’esterno della moschea. La loro voce entra nelle nostre abitazione e così non si vive più».
 

LA PROTESTA
Il primo esposto, indirizzato alla Questura, è datato 26 maggio del 2014. “Abbiamo provato a instaurare un dialogo con il responsabile della moschea, onde ottenere l’abbassamento del volume, la risposta è stata...se non vi fate gli affari vostri veniamo a trovarvi di notte...Non abbiamo più pace e tranquillità e viviamo nel perenne stato di terrore che la minaccia venga posta in essere”. 
E ancora “Credo che si possa immaginare il nostro stato d’animo e il nervosismo che questa situazione genera, anche perchè, attendiamo con ansia continua, che ogni sera si verifichi un evento che si traduce nell’impossibilità di vivere normalmente la quotidianità, dal cenare serenamente, guardare il televisore sino all’impossibilità di andare a letto in orari decenti e quindi di condurre una vita normale”. E questo testo è stato ripetuto per altre decine e decine di volte in altrettanti esposti.
 

LA LETTERA
L’ultimo atto in ordine di tempo da parte dei residenti è stato spedire una email al gabinetto del sindaco, il giorno 19 marzo di quest’anno. “Siamo un gruppo di cittadini residenti nella via Turazza e limitrofe tutti confinanti con la sede dell’associazione, dicasi meglio moschea islamica in quanto ci risulta lì venga svolta regolarmente attività religiosa prevalentemente, con assemblea/riunione ad ogni venerdì, e convegni serali/notte nel mese del Ramadan. La situazione nel corso degli anni da subito è stata difficile per non dire conflittuale, abbiamo avuto fin dall’inizio episodi di contrasto e persino violenza, tutto documentato da continui e repentini interventi delle forze dell’ordine”. 
I residenti, a questo punto, sperano nell’intervento del primo cittadino. “Chiediamo un incontro con tutte le autorità affinché venga opportunamente posta in essere una soluzione di chiarimento e/o possibilmente di una nuova adeguata sistemazione logistica ove la comunità musulmana possa svolgere le sue funzioni senza arrecare ulteriormente motivi di dissidio con tutti i residenti, in primis noi residenti di via Turazza”.
 

L’ULTIMA CHIAMATA
Dal 26 maggio del 2014, data del primo esposto, si passa all’ultima chiamata di un abitante di via Turazza giunta al centralino dei carabinieri dopo l’una di notte di venerdì. «Non riesco a dormire, in moschea proseguono a pregare».

I residenti, nell’arco di questi dieci anni, hanno allegato agli esposti fotografie e video. Scatti dove si vedono i religiosi pregare all’esterno del centro culturale in mezzo alle case, oppure centinaia di biciclette parcheggiate davanti all’entrata della moschea impedendo il passaggio sul marciapiede. 

Ultimo aggiornamento: 10:50 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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