Il mondo delle imprese: «Tanti fatturati in calo, ma ora investiamo su personale e tecnologia»

Giovedì 25 Aprile 2024 di Gabriele Pipia
Un lavoratore

PADOVA - Investire ancora per resistere e superare questa fase di grandi incertezze. La metà degli imprenditori padovani racconta di avere fatturati in calo, ma la maggior parte delle aziende ha previsto per i prossimi mesi importanti spese per il personale e per nuovi macchinari. Spese che saranno superiori rispetto all’ultimo anno. È quanto emerge dall’ultima indagine realizzata da Fabbrica Padova, centro studi di Confapi (Confederazione della piccola e media industria) su un campione di cento imprese di questa provincia.

Parliamo prevalentemente di industrie manifatturiere impegnate tra meccanica, chimica, tessile, edilizia, trasporti, agroalimentare e servizi. 

I CONTI
Partiamo dal dato che la categoria evidenzia con maggior enfasi: nel corso del 2024 il 55% degli imprenditori padovani ha intenzione di effettuare nuovi investimenti e il 91% dichiara che saranno più ingenti rispetto a quelli dell’anno passato. Un segnale importante di fiducia e cauto ottimismo nonostante gli ostacoli degli ultimi mesi. 
I dati economici padovani sono in linea con l’andamento nazionale. Analizzando il secondo semestre 2023 emerge che il 34% delle piccole e medie industrie ha registrato un incremento della produzione, per 13 su 100 è rimasto invariato e per 53 è diminuito. Dati che si ripercuotono nel fatturato, aumentato per 34 aziende su 100, rimasto stabile per 14 e sceso per 52. 


L’IMPEGNO
Nonostante il quadro non roseo, dallo studio risulta che il 55% delle imprese effettuerà investimenti nel corso del 2024. Il 31% sino al 10% in più rispetto al 2023, il 19% sino al 20% in più e il 31% oltre al 20%. Tra gli ambiti di investimento scelti dalle imprese vi sono i mezzi di produzione, la sostenibilità ambientale e le attività di ricerca e sviluppo, ma anche i sistemi digitali e il capitale umano.
E il futuro? In vista dei prossimi dodici mesi il 40% degli imprenditori mostra ottimismo, altrettanti che si aspettano una contrazione del mercato mentre 18 su 100 prevedono una situazione stabile rispetto al 2023.


LA MANODOPERA
Nonostante il quadro generale incerto, gli imprenditori intervistati si mostrano pronti a incrementare la forza lavoro nel corso del primo semestre 2024: il 64% manifesta l’intenzione di assumere. 
Non sarà facile, però: dall’indagine emerge che l’82% delle piccole e medie industrie ha difficoltà a reperire figure professionali rispetto ai fabbisogni aziendali. Dallo studio risulta in particolare che le aziende hanno difficoltà a trovare operai specializzati, tecnici, manodopera in generale e informatici ma anche figure apicali come manager o dirigenti.
Rimanendo in tema risorse umane il 43% delle imprese negli ultimi sei mesi dello scorso anno ha dovuto fare i conti con dimissioni volontarie dai propri dipendenti. 


LE BOLLETTE 
C’è poi la questione energetica che riveste una rilevanza determinante per il futuro delle imprese: la stragrande maggioranza degli imprenditori padovani è convinta che «qualora non si riuscisse a pervenire all’autonomia energetica implementando forme di energia alternativa, bisognerebbe investire anche nell’energia nucleare pulita».


LE PROPOSTE 
Il presidente Carlo Valerio commenta anzitutto la situazione della manodopera. «L’inverno demografico del Paese peggiora la situazione a cui sia aggiungono anche fenomeni come i Neet, i giovani che non studiano e non lavorano e che a Padova, secondo le stime del nostro centro studi, sono il 12,4% del totale. Il problema peraltro non riguarda solo i Neet: se andiamo a guardare il totale della popolazione inattiva nella nostra provincia tra i 15 e i 64 anni nel 2023 si sale al 25%: 18% per i maschi, 32% per le femmine. Cioè circa 150 mila padovani che non lavorano. Anche questo influenza la difficoltà nel trovare manodopera e i costi del lavoro. È interessante la proposta lanciata da Confapi a livello nazionale: quella di una sorta di servizio civile, a carico dello Stato, che preveda l’esperienza lavorativa a tempo di giovani nelle Pmi. Altro intervento utile sulle risorse umane sarebbe quello di una detassazione degli straordinari come incentivo a una maggiore produttività, così come da tempo sosteniamo che andrebbero detassati completamente gli utili reinvestiti». 


LA FORMAZIONE
Intanto Confapi è impegnata in progetti che prevedono la possibilità di formare giovani africani in molti dei 23 Paesi che hanno aderito al progetto. «Le Pmi - chiude Valerio - dovranno avere un ruolo di primo piano e più centrale nel nostro sistema: sono le imprese che rappresentano un modello di industria che ha sempre dato certezze anche in momenti critici come quello che stiamo attraversando. Ed è particolarmente significativo il fatto che si stiano preparando per il futuro, con investimenti mirati su sostenibilità ambientale, ricerca e sviluppo e sistemi digitali, una prospettiva inimmaginabile appena 10 anni fa. Questo è un ottimo segnale».

Ultimo aggiornamento: 17:04 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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