Monselice. Chiodi arrugginiti trovati lungo l'argine del Bisatto, la paura dei pescatori: «Qualcuno non ci vuole»

Sono piegati ad arte per bucare le gomme, si teme che vengano posizionati apposta

Venerdì 29 Settembre 2023 di Giovanni Brunoro
I chiodi raccolti

MONSELICE (PADOVA) - Torna l'incubo chiodi sull'argine del Bisatto. I pescatori agonistici: «Ne abbiamo raccolti un chilo e mezzo». Già l'anno scorso, in località Rivella, era stata segnalata la presenza di oggetti appuntiti metallici messi in terra da ignoti. A volte erano chiodi pericolosamente piegati ad arte per bucare le gomme delle biciclette, altre volte puntine da disegno o robuste barre di aculei nascoste tra gli sterrati. Ma ora la situazione fa davvero paura e non può più - se mai lo fosse stato - essere rubricata come una ragazzata. In prossimità del confine tra Monselice e Battaglia Terme, alcuni pescatori hanno di recente rinvenuto una gran quantità di chiodi arrugginiti e piegati malamente, del tutto simili a quelli utilizzati dai muratori per fissare i pannelli in legno delle armature. Se ci si passa sopra, si alzano e la probabilità di rimediare una gomma bucata è alta. Il luogo del loro ritrovamento non è casuale: erano stati lasciati nei primi metri dello sterrato accanto alla strada asfaltata, dove i pescatori o gli amanti delle camminate parcheggiano per poi muoversi lungo l'argine.

Al limite, di sera ci va qualche coppietta per appartarsi. A sentirsi chiamati in causa, però, sono i pescatori agonistici, che spesso si appostano in quelle zone per godere della propria attività.

«Qualcuno non ci vuole»

Ne parla Fausto Ferrarese, responsabile tecnico dell'associazione Project Carp Team: «È qualcuno che non ci vuole. Già ad aprile l'auto di un nostro socio era stata danneggiata e avevamo raccolto un chilo abbondante di chiodi. Stavolta ne abbiamo eliminati ben di più, ma non siamo riusciti a ripulire completamente la zona. Servirebbero calamite potenti». La preoccupazione di Ferrarese è evidente, perché domani e domenica si terrà una gara di pesca sportiva proprio in quelle zone. Una competizione che loro definiscono di enduro, in cui i partecipanti - in un tempo prestabilito - pescano, si scattano la foto e poi li ributtano in acqua. Vince chi pesca di più. Al comprensibile timore per lo svolgimento della competizione, si aggiunge la tensione per non sapere chi possa aver compiuto simile gesto.

Il sospetto

«Secondo me non è gente della zona - ipotizza Ferrarese - In quel punto non ci sono case e le abitazioni più vicine sono villa Emo Capodilista e un bed and breakfast che si trovano a centinaia di metri. Fatto sta che ora quella postazione di pesca non è più sicura». Ma potrebbe farsi strada anche un'altra ipotesi. Gli appassionati del carp-fishing hanno con sé attrezzature molto costose, canne, mulinelli e sonar. Se uno di quei chiodi riesce a bucare una ruota, qualcuno di loro potrebbe trovarsi impossibilitato a rientrare a casa. Nel frattempo, qualche malintenzionato potrebbe approfittarne per rubare gli strumenti. L'associazione non ha al momento sporto denuncia, ma non esclude di farlo a breve. «Qualcuno non vuole tutto questo lungo gli argini del Bisatto - concludono i pescatori - Ma noi lo troveremo e poi ne parleremo». 

Ultimo aggiornamento: 30 Settembre, 11:37 © RIPRODUZIONE RISERVATA
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