"Case Green": nel Padovano spesi 5 miliardi per riqualificare gli edifici

Venerdì 26 Aprile 2024 di Mauro Giacon
"Case Green": nel Padovano spesi 5 miliardi per riqualificare gli edifici

PADOVA - Adesso che il consiglio dei ministri europei dell’economia e delle finanze ha deciso, non si scappa più. L’Ue vuole diminuire la produzione di anidride carbonica nell’atmosfera. Un terzo è prodotta dalle caldaie e dagli impianti degli edifici: case singole, condomini, fabbriche, ospedali. Il governo dal 12 aprile, data della decisione, ha due anni di tempo per fare una legge che dia le direttive. Nel mirino ci sono soprattutto coloro che vivono in case con la classe energetica più bassa cioè la classe F o G. 
Per quanto riguarda il territorio di Padova e provincia la situazione è pesante. Cinque miliardi di euro: a tanto ammonta la spesa che i cittadini della provincia dovranno affrontare per riqualificare gli edifici, in vista del primo obiettivo previsto dalla Direttiva europea Case Green per il 2030: far scendere il consumo energetico medio del nostro patrimonio edilizio del 16%.

I NUMERI

La stima è stata effettuata da Confartigianato Imprese Padova, in collaborazione con la società di consulenza Smart Land, in base al numero delle abitazioni che si trovano attualmente nelle classi F e G, nella nostra provincia, prevedendo una spesa media di ristrutturazione di 30mila euro.

Parliamo, complessivamente, di 170mila edifici meno performanti da un punto di vista energetico.

IL PRIMO PASSO

«Se si pensa che la Direttiva Case Green prevede di raggiungere le emissioni zero entro il 2050, è chiaro che questa somma si riferisce unicamente al primo step di un percorso che ci condurrà a riqualificare interamente il nostro parco immobiliare, con una spesa che rischia di abbattersi sui cittadini, se non costruiremo strumenti normativi certi e stabili» spiega il presidente di Confartigianato Imprese Padova Gianluca Dall’Aglio.

A RISCHIO

Analizzando le certificazioni energetiche depositate presso la Regione del Veneto, dal 2013 al 2023, emerge che sono state rilasciate 157.382 certificazioni energetiche (Ape) relative al solo settore residenziale. Il 49,6% delle abitazioni certificate si trovano in classe F e G. 
Per quanto riguarda le abitazioni non certificate, il discorso è diverso. Si tratta in sostanza di abitazioni per le quali non è stata necessaria, ad oggi, una certificazione, perché abitate dai proprietari oppure date in locazione prima dell’avvento delle norme sulla obbligatorietà dell’indicazione della certificazione energetica nei contratti di locazione. Anche il 40% di questi edifici si trova in classe F e G.

LA SOMMA

In termini assoluti, sono 92mila le abitazioni da riqualificare non certificate. A queste vanno sommate le 78mila abitazioni già certificate, per una somma di 170mila case che richiederanno interventi nei prossimi anni, più del 44% delle case occupate.
«Possiamo comprendere che la stretta del Governo sul Superbonus sia motivata dalla necessità di frenare la spesa pubblica, ma bisogna tener presente che queste decisioni stanno avendo un impatto forte su migliaia di imprese e di committenti che hanno utilizzato un provvedimento dello Stato per migliorare i consumi energetici dei propri edifici - precisa il presidente degli Edili di Confartigianato Imprese Padova Nicola Zanfardin - Al di là della frenata sul Superbonus, la necessità di riqualificare il nostro patrimonio edilizio, alla luce della normativa europea, rimane. E’ ovvio che bisogna individuare soluzioni per agevolare la transizione prevista dalla Direttiva Case Green. Dobbiamo garantire che le ristrutturazioni siano accessibili a tutti, senza gravare completamente sulle spalle dei contribuenti».

Ultimo aggiornamento: 17:12 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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