Anziana sbranata dai suoi cani, indagato anche il nipote di 21 anni

Mercoledì 8 Maggio 2024 di Nicola Munaro
Uno dei cani sequestrato

PADOVA - Non solo la figlia e una nipote dell’83enne azzannata il 18 aprile dai cani amstaff e american bully. Perché nei giorni scorsi anche il nipote della donna - un ragazzo di 21 anni figlio della figlia dell’anziana - è stato iscritto nel registro degli indagati per l’aggressione subita dalla nonna. Detenzione di animali in condizioni incompatibili con la loro natura e produttive di gravi sofferenze, l’accusa contesta dal sostituto procuratore Marco Brusegan che sta conducendo le indagini. 
Il 21enne, così come la madre e la cugina, è uno dei proprietari dei cani che vivevano nell’appartamento della nonna, a Mortise.
Una casa che la stessa veterinaria nominata dalla procura come consulente ha definito troppo piccola per ospitare così tanti animali insieme, senza contare che una delle cagne presenti era incinta e ha partorito una quindicina di cuccioli nei giorni scorsi. Ed è da qui che prende il via il nuovo filone dell’indagine, legato al perché così tanti cani fossero in un appartamento che - per di più - era già stato segnalato come sospetto allevamento abusivo dai veterinari dell’Ulss 6 dopo un sopralluogo a inizio gennaio. Gli accertamenti che il pm ha delegato ai carabinieri hanno come scopo quello di ricostruire se veramente ci fosse una sorta di commercio in nero degli animali, alcuni dei quali venduti nel parcheggio del centro commerciale Nave de Vero di Marghera.
Per farlo i militari dell’Arma proveranno a scandagliare i siti web sui quali i cani venivano messi in vendita, tentando anche di contattare gli acquirenti per capire come i cani venissero venduti e a che prezzo e con che caratteristiche: l’ipotesi è che per smerciarli a più buon mercato, gli animali - seppur di razza e tutti con microchip - fossero dati via senza pedigree, anche per uscire dalle norme sul commercio di cani. Continuano anche le indagini per capire come mai i cani abbiano reagito in modo così violento: l’unica a poter dare una versione resta l’83enne, al momento ancora ricoverata nel reparto di terapia intensiva dell’ospedale dopo aver subito l’amputazione di un braccio e di un avambraccio a causa dei morsi dei cani.
Ma sotto la lente di ingrandimento della procura c’è anche la provenienza degli otto cani sequestrati: tutti hanno il chip, ma quasi tutti arrivano da allevamenti del sud Italia. Il sospetto sul quale procura e Arma stanno ora lavorando, è che i cani nell’appartamento di Mortise fossero animali impiegati in combattimenti fuorilegge e ormai in pensione. Per farli uscire dal circolo delle indagini, sarebbero stati fatti arrivare nel Padovano
Nel frattempo gli otto animali sono stati trasferiti al canile di Rubano: non sono ancora adottabili, anche perché dovranno affrontare una sorta di percorso di rieducazione e superare una valutazione approfondita prima di poter entrare a far parte di una famiglia.

Una strada che si annuncia più breve per i cuccioli e un po’ più tortuosa per gli animali adulti.

Ultimo aggiornamento: 12:21 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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