Silvia Metzeltin, la storia dell'alpinismo: «Ma gli uomini non gradivano»

Martedì 21 Novembre 2023 di Dino Bridda
Silvia Metzeltin, la storia dell'alpinismo: «Ma gli uomini non gradivano»

BELLUNO - L'alpinismo in rosa entra di diritto alla Fondazione Angelini e chi ne poteva essere autrice se non Silvia Metzeltin, autentica numero uno mondiale dell'arrampicata al femminile, geologa, scrittrice e giornalista con un invidiabile palmares di ascensioni e pubblicazioni che hanno per filo conduttore l'amore ed il rispetto per la montagna.


LA DECISIONE
Classe 1938, ma con una verve da ragazza entusiasta della sua passione di vita, l'alpinista ticinese ha deciso di donare alla Fondazione Giovanni Angelini il suo archivio sull'Alpinismo Femminile, un patrimonio unico al mondo.

Sulla sua destinazione ha pesato molto, anzitutto, un rapporto stretto con la Fondazione e con la città di Belluno e tante presenze a "Oltre le vette": «Belluno è una vera Città delle Alpi, nelle sue valli ci sono le autentiche genti delle montagne». Forte è la sua sottolineatura di una visione particolare dell'alpinismo: «Deve essere integrato culturalmente e non disgiunto dalla conoscenza del territorio e della sua gente. Mi vengono subito in mente personaggi di Listolade, Alleghe e dintorni, gli uomini alla Ceci Pollazzon, solo per fare un nome. Gente dei monti che ti accoglie sempre con gentilezza, con loro parli di montagna, di scalate, così emergono substrati culturali che mettono in luce la saggezza che è in loro come un Dna legato ad antiche tradizioni. Con questo taglio dovrebbe essere insegnato l'alpinismo e non badando solo al lato agonistico». Silvia è un torrente in piena quando parla della sua passione per i monti, ma non per ricordarci le sue imprese tra 1.300 ascensioni, un centinaio di alta difficoltà tecnica, una cinquantina di vette salite in prima assoluta ed una settantina di vie nuove sulle Alpi, bensì per ribadire in tutto ciò uno specchiato atteggiamento solidale e non competitivo. Non solo Alpi, ma anche Patagonia, spesso in cordata con il marito Gino Buscaini, scomparso nel 2002. Frutto di tutto ciò un cospicuo numero di pubblicazioni, conferenze, lezioni scolastiche, interventi pubblici. Il suo invidiabile palmares le ha fatto avere la nomina a socio onorario e Accademico del Cai e degli omologhi Club austriaco, francese e inglese, nonché il premio "Pelmo d'oro 2012", mentre è stata in giuria al Film Festival di Trento ed al Premio letterario "G. Mazzotti", ma in tal senso l'elenco è molto più lungo e le fa meritare l'appellativo di "alpinista a tempo pieno" che ha girato il mondo in lungo e in largo.


IL RETROSCENA
Nell'ambiente alpinistico, però, l'essere donna fu talvolta di impedimento: «Tanti alpinisti maschi non gradivano cordate miste quasi che la presenza femminile fosse motivo di diminuzione della loro figura di scalatori».
Ora, ha sostenuto l'assessore Raffaele Addamiano, ha deciso di essere un San Martino moderno donando il suo "alpinismo in rosa" a Belluno e alla Fondazione G. Angelini: «Perché siete autonomi e liberi come me e Mary Varale alla quale potreste dedicare questo mio archivio». Parole di Silvia Metzeltin, alpinista e donna a tutto tondo.

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