BELLUNO - «Spiace cara Giulia, ma in cima ci saresti dovuta arrivare senza elicottero come hanno fatto molte persone, tra cui chi biasima il tuo modo di creare avventura, cioè io». Il consigliere nazionale del soccorso alpino, Fabio Bristot, Rufus dal suo canale social, ieri ha commentato così l'impresa sulle Dolomiti della influencer Giulia Calcaterra. «Al netto della questione ambientale - ha affermato -, non comunque secondaria, quasi uno sfregio a chi invece ha accettato le dure regole di provarci su appigli ed appoggi, con o senza corda, con o senza staffe, comunque provandoci senza elicottero».
I commenti
L'impresa di Giulia Calcaterra è stata visualizzata da quasi 200mila persone, che hanno lasciato mi piace e commenti.
Il rifugista
Di diverso avviso il gestore del rifugio "Capanna Trieste", contattato ieri al telefono, che dice chiaramente gli ambientalisti e animalisti hanno stufato. «Vadano a lavorare e producano qualcosa, non sempre parlare a lungo per nulla», afferma.
Sentinelle
Ma l'appello di Mountain Wilderness è chiaro: «È nostro dovere proteggere le Dolomiti e i loro valori unici. Invitiamo nuovamente tutti a essere consapevoli del potere dei social media e dell'importanza di promuovere un turismo rispettoso e sostenibile. Solo attraverso la tutela della natura e del patrimonio culturale potremo garantire che le generazioni future possano ammirare e apprezzare la bellezza e la storia delle Dolomiti, senza compromettere la loro integrità».
I crolli
Ricordiamo che proprio l'area del Civetta è quella più colpita dai crolli degli ultimi anni. Le creste del Castello della Busazza, nel gruppo della Civetta, sono collassate nel 2014. Sassi di grandi dimensioni e materiale franoso sono scesi per circa 500 metri (una cinquantina il punto più largo del fronte poi incanalatosi) fino alla base della Torre Trieste, priorio nel punto dell'impresa dell'influencer quindi. Quello era l'ennesimo distacco dopo il crollo di ben più grandi dimensioni del novembre 2013, di fronte al rifugio Tissi, più precisamente sullo zoccolo e lo spigolo della Cima su alto. E in Moiazza, il recente crollo avvenuto sulla Torre Paola, a destra della via Soldà. Ma anche d'inverno, sulla Torre Venezia, sempre nel gruppo Civetta-Moiazza, ci fu il distacco di neve, ghiaccio e sassi. Insomma una lista senza fine a dimostrazione della fragilità delle Dolomiti e del patrimonio a rischio.