E' ridicolo sostenere che la libertà di espressione in Italia è minacciata: che cosa dicono certe classifiche

Domenica 5 Maggio 2024

Egregio direttore,
secondo la classifica sulla libertà di stampa di RSF, per il 2024, la nostra Italia perde cinque posizioni e si trova ora al 46° posto su 180 Paesi, addirittura dopo Tonga! Ottima occasione per l'opposizione di attaccare l'attuale governo. Personalmente queste classifiche non mi convincono molto, stante la difficoltà di poter fare confronti internazionali veramente affidabili. Ricordo, ai soliti detrattori del momento, che nel 2022 l'Italia veniva segnalata al 58° posto e nel 2016, con il " tranquillo" governo Gentiloni, al 77° posto: naturalmente nessuno si permise di attaccare l'esecutivo in carica o di gridare al " regime ".


Vittorio De Marchi


Caro lettore,
questa come altre classifiche andrebbero lette e commentate conoscendo i criteri con cui vengono compilate e usando il necessario equilibrio.

Innanzitutto da parte dei giornalisti. Sostenere che in Italia la libertà di espressione è minacciata è non solo pretestuoso ma per certi aspetti rasenta anche il ridicolo. E ad affermarlo è lo stesso rapporto Rsf dove, testualmente, si legge: "Il panorama mediatico italiano è sviluppato e dispone di un'ampia gamma di mezzi di comunicazione che garantiscono una diversità di opinioni. Il settore radiotelevisivo comprende diversi canali pubblici e privati. Questa diversità si riscontra anche nella carta stampata". Non mi pare esattamente il ritratto di un regime che opprime e limita il pluralismo delle idee. Ma non solo. Quali sono secondo questa classifica i fattori che principalmente limitano la libertà di stampa in Italia? Eccoli: "La libertà di stampa continua ad essere minacciata dalle organizzazioni mafiose, soprattutto nel sud del Paese, nonché da vari piccoli gruppi estremisti violenti". Per quanto riguarda poi il contesto politico "la maggior parte dei giornalisti italiani gode di un clima di libertà". Anche in questo caso mi pare difficile addossare responsabilità o volontà censoree ai governi, quello in carica come quelli che lo hanno preceduto. Cosa avrebbe dunque peggiorato la posizione in classifica dell'Italia? "La cosiddetta legge bavaglio sostenuta dalla coalizione di governo che vieta la pubblicazione di un ordine di custodia cautelare fino alla fine dell'udienza preliminare", recita il rapporto Rsf. Un provvedimento certamente discutibile e criticabile, ma che oltre a non essere sostenuto solo dalla coalizione di governo bensì anche da partiti di opposizione come Italia Viva, rispecchia regole e restrizioni già in uso in diversi altri paesi europei ed è infatti stato proposto proprio su sollecitazione dell'Unione Europea preoccupata dal sensazionalismo giudiziario diffuso in Italia. Insomma: la libertà di stampa e di espressione è un bene importante, fondamentale per la vitalità di una democrazia. Andrebbe trattata con cura. Anche dai giornalisti. E non utilizzata per fare propaganda.

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