Caro direttore,
Marco Pannella è stato un "outsider della politica italiana, un uomo fuori dagli schemi e quindi, marcatamente e spettacolarmente, fuori dal coro. Marco Pannella defunge e con lui si conclude il mito di un gigante di anticipazioni, seppure stravaganti per certi suoi modi di rappresentarle. Anticipazioni immediatamente incomprese, ma poi, posti tutti a ben riflettere, capite.
È stato l’uomo di tante battaglie politiche, tante fatte e alcune vinte, semplicemente con l’obiettivo di modernizzare una società e i suoi costumi, spesso legati ad un immobilismo patetico.
È stato un personaggio scomodo, invadente, ma, ammetto, di formidabile grandezza nelle sue intuizioni, che si sono rivelate utili al Paese. Ha sempre difeso i deboli, coloro che erano in forti difficoltà. Faceva sempre di testa sua perché ne pensava proprio una più del diavolo e, a ben riflettere, non aveva poi così tanto torto.
Credo che ci mancheranno i suoi discorsi, come anche i suoi grandi, plateali, folcloristici, esilaranti, ma inventivi gesti.
Adalberto de’ Bartolomeis
Monselice (Padova)
Caro lettore,
tutto giusto e in larga parte condivisibile. Ma di fronte a tanti appassionati ricordi, a tanti rimpianti trasversali, a tanti riconoscimenti (in larga parte postumi) del ruolo fondamentale e insostituibile di Marco Pannella, resta irrisolta una domanda: perché alla fine questo gigante della politica (nel senso vero del termine) e il suo partito alle elezioni incassavano sempre poche manciate di voti?
© RIPRODUZIONE RISERVATA Marco Pannella è stato un "outsider della politica italiana, un uomo fuori dagli schemi e quindi, marcatamente e spettacolarmente, fuori dal coro. Marco Pannella defunge e con lui si conclude il mito di un gigante di anticipazioni, seppure stravaganti per certi suoi modi di rappresentarle. Anticipazioni immediatamente incomprese, ma poi, posti tutti a ben riflettere, capite.
È stato l’uomo di tante battaglie politiche, tante fatte e alcune vinte, semplicemente con l’obiettivo di modernizzare una società e i suoi costumi, spesso legati ad un immobilismo patetico.
È stato un personaggio scomodo, invadente, ma, ammetto, di formidabile grandezza nelle sue intuizioni, che si sono rivelate utili al Paese. Ha sempre difeso i deboli, coloro che erano in forti difficoltà. Faceva sempre di testa sua perché ne pensava proprio una più del diavolo e, a ben riflettere, non aveva poi così tanto torto.
Credo che ci mancheranno i suoi discorsi, come anche i suoi grandi, plateali, folcloristici, esilaranti, ma inventivi gesti.
Adalberto de’ Bartolomeis
Monselice (Padova)
Caro lettore,
tutto giusto e in larga parte condivisibile. Ma di fronte a tanti appassionati ricordi, a tanti rimpianti trasversali, a tanti riconoscimenti (in larga parte postumi) del ruolo fondamentale e insostituibile di Marco Pannella, resta irrisolta una domanda: perché alla fine questo gigante della politica (nel senso vero del termine) e il suo partito alle elezioni incassavano sempre poche manciate di voti?