I due atleti indagati per lo stupro di gruppo sulla campionessa minorenne di scherma «restano liberi di partecipare a ogni gara di scherma che vogliono, almeno fino a quando dalla Procura di Siena non arriveranno decisioni sul procedimento penale che è stato aperto». La denuncia del brutto caso di violenza risale ad agosto, il giorno dopo i fatti avvenuti in un albergo di Chianciano Terme. Una storia bruttissima che ha subito fatto il giro del mondo e sulla quale restano puntati i riflettori della politica, dello sport, della società civile. Proprio in questi giorni ci sono state alcune competizioni di livello e uno dei due si è auto-sospeso volontariamente e non ha gareggiato (Jacopo Lapo Pucci), mentre l'altro (Emanuele Nardella) ha deciso di gareggiare ugualmente a Lucca salendo in pedana alla Prova nazionale giovani e assoluti, valida per la qualificazione ai campionati italiani assoluti.
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A raccontarlo è il presidente della Federscherma, Paolo Azzi che al Messaggero, riassume i contorni della questione .«Date le circostanze delicatissime noi, come Federazione, abbiamo espresso loro il nostro parere, sottolineando che forse sarebbe stato meglio per entrambi l'autosospensione dalle gare, anche per la loro tutela.
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Chi sono i due schermitori che la sera del 4 agosto avrebbero abusato di Rosa, il nome è di fantasia: una campionessa naturalizzata uzbeka finita al pronto soccorso. La ragazza la sera prima con tutto il gruppo degli atleti era andata a festeggiare in un bar davanti all'albergo di Chianciano. Al mattino si è risvegliata nella stanza di Nardella e Pucci (e un terzo atleta minorenne) incapace di reagire, stordita, dolorante, piena di lividi, con il sangue che le colava, senza ricordare assolutamente nulla. La sera prima aveva bevuto solo una birra e due shottini e poi il buio.
Gli atleti denunciati, Nardella e Pucci arrivano da due società diverse. «Nardella – spiega Azzi – ha ottenuto risultati importanti anche a livello internazionale e ora è entrato in un gruppo sportivo militare. Pucci, invece, non ha quei risultati”. Il primo è nato a San Severo, in provincia di Foggia mentre Pucci a Milano. “La sciabola come disciplina è un'arma di combattimento, il che implica un certo carattere deciso e battagliero tuttavia non ho mai sentito nulla su di loro, né mi è mai stato segnalato sul loro comportamento».