«All’improvviso ha avuto un malore, si è seduto nel pozzetto del mio yacht, si è accasciato e non si è più risvegliato. È stato terribile». È ancora sconvolto Francesco Martinelli, il commercialista romano con cui il top manager Fabio Attilio Cairoli stava trascorrendo un weekend in barca tra l’Argentario e l’isola del Giglio.
LE INDAGINI
La procura di Grosseto ha aperto un’indagine per omicidio colposo, al momento contro ignoti, per verificare se ci siano omissioni o negligenze da parte dei medici che venerdì hanno visitato il manager milanese, che viveva da anni a Roma. I carabinieri del reparto operativo di Grosseto hanno acquisito i turni del personale in servizio in quelle ore al pronto soccorso, gli esami clinici ai quali è stato sottoposto Cairoli e il referto con cui è stato dimesso per la patologia comunemente definita «fuoco di Sant’Antonio». Così il 58enne è tornato sullo yacht Giappa attraccato al Molo Rosso di Giglio Porto e ha proseguito la vacanza. Il sostituto procuratore Carmine Nuzzo ha incaricato per l’esame medico legale il professor Marco Di Paolo dell’università di Pisa. L’autopsia si svolgerà venerdì nell’ospedale di Grosseto.
«Visto che venerdì in ospedale gli avevano detto che non aveva nulla, l’indomani abbiamo trascorso tutta la giornata al mare - racconta il commercialista, che ospitava sul suo yacht il manager e la compagna di quest’ultimo - La sera siamo andati in un ristorante al Giglio Castello (una frazione dell’isola, ndr). Dopo cena, intorno alle 23, mentre stavano rientrando verso il porto, Fabio si è sentito di nuovo male. Ha detto “voglio ritornare in barca”. È salito, si è seduto sulla sedia del pozzetto e nel giro di 5 minuti ha avuto un attacco forte al cuore ed è morto. Secondo me è stato un infarto fulminante». «Abbiamo chiamato i soccorsi - spiega l’amico della vittima - ed è arrivato subito un medico che era nei paraggi; dopo 10 minuti sono accorsi gli operatori del 118. Hanno provato in tutti modi a rianimarlo: sia con il massaggio cardiaco, sia con le flebo. Visto che non si riprendeva, hanno chiamato l’elisoccorso, ma è stato inutile perché, mentre stava arrivando l’elicottero da Viterbo, Fabio è deceduto. Sono stati momenti di panico e urla. La sua compagna ancora ora è sotto choc».
UNA VITA DA SPORTIVO
Cairoli era di origini milanesi ma abitava (ironia della sorte) nella centralissima piazza Cairoli, a Roma, a pochi passi dall’Altare della Patria e Campo de’ fiori. Nel tempo libero frequentava il Circolo canottieri Aniene. «Ogni mattina, ci incontravamo lì - ricorda Martinelli - Era un uomo sano, sportivo, che amava nuotare per hobby. Non aveva mai avuto problemi di cuore o altre patologie gravi». Per capire se si sia trattato di infarto slegato dal malore del giorno prima o se invece sia stata sottovalutata quell’avvisaglia, i vertici della Asl Toscana Sud-Est hanno aperto una indagine interna.
Tra gli incarichi del manager, quelli da dirigente d’azienda in Motorola Italia e in Kraft, e quelli di membro nei consigli di amministrazione di società come Bialetti e Lottomatica. «Fabio era un manager eccezionale - lo ricorda Marco Sala, Igt executive chair - Si è distinto per la sua passione, le sue doti, la sincerità, il suo impegno orientato ai risultati e all’innovazione. Molti nel nostro settore avevano stretto negli anni anche rapporti personali con Fabio, amico e collega rispettato anche al di fuori del settore dei giochi».