TikTok al bando negli Usa, primo ok del Congresso: si teme per i dati di 170 milioni di iscritti. Pechino: «È bullismo»

La Camera approva il testo che obbliga il colosso cinese ByteDance a cedere l’app

Giovedì 14 Marzo 2024 di Angelo Paura
TikTok al bando negli Usa, primo ok del Congresso: si teme per i dati di 170 milioni di iscritti. Pechino: «È bullismo»

Nell’estate del 2020 Donald Trump aveva dato un ultimatum a ByteDance, la società cinese che possiede TikTok negli Stati Uniti: avrebbe dovuto vendere il gruppo entro 45 giorni. Il provvedimento è stato bloccato da un tribunale e successivamente l’ex presidente ha perso le elezioni, dimenticando completamente la questione. Ora, a quattro anni di distanza, la Camera è tornata all’attacco, approvando una legge con una maggioranza schiacciante (352 a favore e 62 contrari) che potrebbe aprire un nuovo capitolo nella guerra fredda tecnologica tra Washington e Pechino. Se dovesse passare anche al Senato infatti obbligherà ByteDance a cedere le sue azioni del colosso dei social media entro sei mesi, altrimenti l’app non potrà più essere scaricata da Apple Store e da Google Play, rendendola praticamente inutile. La decisione bipartisan è legata principalmente ai rischi per la sicurezza nazionale americana, visto che il gruppo cinese è direttamente controllato da Pechino e, su richiesta del governo, sarebbe obbligato a rendere disponibili tutti i dati raccolti sui 170 milioni di iscritti negli Stati Uniti. 

L’OMBRA SULLE ELEZIONI

Inoltre la velocità con cui il provvedimento è stato approvato è legata a un’altra vicenda: nell’audizione di martedì alla Camera, il capo dell’intelligence Avril Haines ha detto che non può escludere che TikTok possa essere usato dalla Cina per condizionare le elezioni presidenziali. TikTok da anni sostiene il contrario, affermando che la privacy dei propri utenti è protetta e ieri ha cercato di mobilitare migliaia di persone per chiedere al Congresso di fermare la proposta di legge prima che fosse approvata: la Camera ha ricevuto migliaia di telefonate e ci sono stati diverse manifestazioni a Washington. «Siamo fiduciosi che il Senato considererà i fatti, ascolterà i propri elettori e si renderà conto dell’impatto sull’economia – sette milioni di piccole imprese – e sui 170 milioni di americani che utilizzano il nostro servizio», ha scritto un portavoce di TikTok dopo la decisione della Camera.

Adesso il provvedimento andrà al Senato dove non è ancora chiaro cosa possa succedere: il leader della maggioranza, il democratico Chuck Schumer, ha detto che «il Senato esaminerà la proposta di legge quando arriverà dalla Camera», lasciando intendere che ci saranno altri approfondimenti e probabilmente delle udienze con esperti prima di prendere la decisione finale. 

Allo stesso tempo i leader della commissione intelligence hanno invece detto di essere propensi ad approvare. A quel punto servirebbe solo la firma di Joe Biden che ha già detto di essere pronto a passare la legge. La sua amministrazione ha di recente dato il via libera a nuove regole molto restrittive sugli investimenti americani in aziende cinese e ha ristretto la vendita di dati sensibili a società con sede in Cina. Un eventuale divieto all’uso di TikTok negli Stati Uniti «avvierà un pericoloso effetto a catena per le relazioni tra Usa e Cina nella guerra fredda tecnologica in corso», ha scritto ieri Dan Ives, un analista del settore tecnologico di Wall Street. In particolare Ives si aspetta possibili ritorsioni nei confronti di Apple e Tesla, che in Cina hanno un importante mercato. Facebook e YouTube sono già vietate in Cina. 

LA REAZIONE

Sempre ieri, poco prima del voto, Pechino ha criticato il Congresso, affermando che TikTok non rappresenta alcun pericolo per gli Stati Uniti: il portavoce del ministero degli Esteri cinese, Wang Wenbin, parlando di «atto di bullismo», ha accusato gli Stati Uniti di «ricorrere a mosse egemoniche quando non si riesce ad avere successo in una concorrenza leale». Pechino aveva già detto che si opporrà alla vendita di TikTok. In tutto questo, come dicevamo, Trump ha completamente cambiato opinione nel giro di una settimana: dopo essere stato alla guida di una campagna contro la Cina nel corso della sua presidenza, negli scorsi giorni ha detto di non sostenere la decisione di un divieto contro TikTok, definendolo un regalo a Meta, il vero «nemico del popolo» americano. Diversi analisti fanno notare che Trump avrebbe cambiato idea dopo il suo incontro con Jeff Yass, un super finanziatore del partito repubblicano, che attraverso Susquehanna International Group detiene il 15% delle azioni di ByteDance. Trump avrebbe seri problemi economici e le casse della sua campagna sarebbero senza denaro. Dal 2020 a oggi TikTok ha investito oltre un miliardo di dollari nel Project Texas, un piano che prevede di gestire i dati dei cittadini americani in modo separato e con più tutele. Anche se la legge dovesse essere approvata potrebbe trovare due possibili ostacoli: da una parte c’è il rischio che un tribunale la fermi, dall’altra, nel caso di una vittoria di Trump, che venga bloccata. 

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