Lorenzo Osmari, due anni in carcere (in Irlanda) da innocente: «Gli abusi erano inventati, ho perso famiglia e case»

Il calvario di un orafo di Colleferro: «Sono stato assolto con verdetto unanime, ma non vedo i miei figli da cinque anni»

Giovedì 21 Marzo 2024 di Valeria Di Corrado
Lorenzo Osmari, in carcere (in Irlanda) da innocente: «Gli abusi erano inventati, ho perso famiglia e case»

«Una volta che si finisce in carcere, anche se poi viene dimostrata la propria innocenza, agli occhi degli altri si rimane sempre “sporchi”. Una macchia che nemmeno una sentenza di assoluzione lava via». C’è tanta amarezza nelle parole di Lorenzo Osmari, orafo 58enne ed ex arbitro federale di karate residente a Colleferro, in provincia di Roma. Quella che ha vissuto è una vicenda drammatica, i cui risvolti si stanno ripercuotendo ancora sulla sua vita. Si era trasferito in Irlanda con la sua compagna e i loro quattro figli per ragioni di lavoro e per imparare l’inglese.

Il 28 dicembre 2018 un ragazzo di 16 anni, amico dei suoi figli, lo ha denunciato per violenza sessuale. Ha scontato 25 mesi nelle carceri irlandesi e poi il 31 maggio scorso la Corte penale centrale di Limerik, «con verdetto unanime, ha ritenuto l’imputato non colpevole dei capi di imputazione» che gli erano stati contestati. Nonostante ciò, ancora oggi non può rivedere la sua famiglia, per via di un divieto di avvicinamento all’appartamento dove abitano i figli e la ex compagna, a Nenagh, capoluogo della contea di Tipperary. 

«L’accusa nei miei confronti è stata completamente inventata - spiega Lorenzo Osmari a “Il Messaggero” - Nonostante non ci fosse un certificato medico che comprovasse le lesioni derivanti dai presunti abusi e nonostante non sia stato trovato il mio dna sul corpo di quel ragazzo, mi hanno rinviato a giudizio. Aveva riferito che lo avevo massaggiato nelle parti intime, ma il barattolo di crema portato dalla polizia era diverso da quello descritto nella denuncia. Mi hanno arrestato sulla base di prove costruite a tavolino e delle parole di un giovane che ora fa l’attore. Avendo intuito che era disturbato, gli chiesi di non venire più a casa nostra. Quel 28 dicembre si presentò lo stesso e mi fece delle avances. Lo allontanai e gli dissi che avrei raccontato tutto a suo zio, poi aggiunsi: “se ti avvicini di nuovo a mio figlio ti stacco la capoccia”. Una frase idiomatica che tradotta in inglese venne interpretata dai pm come una minaccia di morte. Temendo di essere scoperto, lui andò la sera stessa dalla polizia accusandomi di violenza sessuale. La mia famiglia gli ha creduto, è stata plagiata. Non vedo i miei figli da 5 anni, nonostante sia innocente».

L’INGIUSTA DETENZIONE
Comincia così lì l’odissea di Osmari. «Ero certo che sarebbe stato archiviato tutto, invece la polizia emise un mandato di arresto internazionale e venni estradato in Irlanda. Dal primo settembre 2021 mi portarono nel carcere di Dublino, poi mi trasferirono in quello di Portlaoise. Ogni tanto tagliavano la gola o violentavano qualcuno in cella. Dopo tre giorni che non mi davano da mangiare, protestai e le guardie mi sbeffeggiarono: “Stai tranquillo italiano, ora arriva la pasta”. E a fianco al piatto trovai degli escrementi». «Ho pregato molto e fatto yoga. Grazie a Dio ho trovato la serenità per affrontare quei mesi estenuanti - ricorda il 58enne - Sono uscito di galera il 31 maggio 2023, dopo l’assoluzione. Non avevo soldi, né documenti processuali: sono stato 7 giorni a Dublino elemosinando qualcosa da mangiare. L’ambasciata si è rifiutata di accogliermi, né mi ha procurato un avvocato o un biglietto per rientrare in Italia. A Colleferro ho ritrovato i miei appartamenti occupati da nigeriani, ai quali un uomo che si spacciava per me li aveva affittati. Il paradosso è che, risultando proprietario di quegli immobili, la Caritas non mi voleva dare nemmeno un piatto di fagioli. Parenti e amici mi trattano ancora come un appestato, invitandomi ad andarmene dal paese. E la Federazione non vuole più che arbitri le partite di karate. Chiederò all’Irlanda il risarcimento per ingiusta detenzione e per avermi sottratto i figli. Hanno violato tutti i diritti umani». 

«La vicenda è gravissima. Il governo deve pretendere il rispetto dei diritti umani dei nostri connazionali quando sono coinvolti in vicende simili a quella di Osmari - commenta l’avvocato Alexandro Maria Tirelli, direttore dell’Alta scuola estradizioni - Se il mio cliente non verrà risarcito, faremo ricorso alla Cedu».
 

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