Settimana nazionale Stem, la ministra Roccella: «Due milioni per aggiornare i docenti e avvicinare bambine e bambini alle scienze»

La ministra Anna Maria Bernini: open day alle università. Fabiola Gianotti, Cern: più donne ai vertici nelle università e nelle istituzioni scientifiche

Sabato 3 Febbraio 2024 di Maria Lombardi
La ministra Eugenia Roccella con l'onorevole Marta Schifone alla presentazione della Settimana Stem

«Giulia Cecchettin era una meravigliosa ragazza Stem», stava per diventare dottoressa in Ingegneria biomedica. La ministra dell'università e della ricerca Anna Maria Bernini è a Padova per la consegna del diploma di laurea ai familiari della ragazza di 22 anni uccisa dall'ex fidanzato, tre mesi fa. E da lì si collega in videochiamata con la sala del Tempio di Vibia Sabina e Adriano, a Roma, dove è in corso il l'evento che apre la prima settimana nazionale dedicata alle materie tecnico-scientifiche: parte il 4 e si conclude l'11 febbraio, giornata mondiale delle donne e delle ragazze nella scienza. «Giulia voleva seguire i suoi sogni e non ha potuto farlo», commenta dal palco Eugenia Roccella, ministra per la famiglia, la natalità e le pari opportunità. Laurearsi e lavorare nelle Stem, un'ambizione ancora di poche ragazze. Troppo poche. Ed è per colmare questo divario, e indirizzare sempre più studenti verso questi ambiti, che è stata istituita per legge lo scorso novembre la settimana Stem.

L'ORIENTAMENTO

«Stiamo lavorando per rendere l'orientamento verso queste materie sempre più precoce», spiega Bernini. «Dobbiamo far conoscere la fisica sin dalle elementari, rappresentarla in maniera concreta e rendere così meno ostico il passaggio da scuola a università. Tutte le università faranno open day per spiegare ai ragazzi che cosa significa una scelta Stem oggi: un percorso che richiede tante competenze e fondi, alcuni già investiti».
Si comincia facendo "scuola" agli insegnanti. «Con i due milioni che il Parlamento ci ha consegnato - annuncia Roccella - faremo un bando per realizzare progetti connessi tra università e istruzione e aggiornare gli insegnanti sia delle elementari che delle medie. Dobbiamo dar loro gli strumenti per rendere accessibili queste materie». In Italia meno del 25% dei laureati ha un titolo di studio Stem, percentuale che scende al 15% tra le giovani. Un sensibile gap. «Proveremo a usare queste risorse per intercettare bambine e ragazze quando i pregiudizi non si sono formati. Ma oltre agli stereotipi, esiste forse anche una forma di autocensura delle ragazze».

GLI INTERVENTI

Un invito a superare i pregiudizi anche da Licia Colò, conduttrice televisiva e divulgatrice scientifica, tra le ospiti dell'evento. «Le donne devono credere in sé stesse e non farsi mettere limiti da nessuno, non bisogna avere paura di fallire». Raccontare ai giovani storie di successo, anche così si attirano le ragazze alle Stem. «C'è una crisi dell'offerta di lavoro nelle alte competenze scientifiche da un lato e dall'altro ci sono aziende che hanno fame di queste competenze», Marta Schifone, capogruppo di FdI della commissione Lavoro alla Camera, è la prima firmataria della legge sull'istituzione della settimana Stem. «Occorre far sapere ai giovani non solo che le materie Stem sono affascinanti e non ostiche, ma anche e soprattutto che questi studi offrono straordinarie opportunità di lavoro».
Il gap tra ragazzi e ragazze, nelle materie scientifiche, è evidente già a scuola, come testimoniano le rilevazioni Invalsi. «Il problema nasce alle medie, ed è lì che bisogna intervenire», sostiene Carmela Palumbo, capo dipartimento presso il Ministero dell'Istruzione del merito. «Le ragazze sono più studiose ma hanno competenze Stem inferiori rispetto ai ragazzi».
In collegamento interviene la direttrice generale del Cern di Ginevra, Fabiola Gianotti: «Non possiamo affrontare le attuali sfide senza l'apporto di scienza e tecnologia. I giovani devono capire che se vogliono impegnarsi in temi come cambiamento climatico e ambiente devono seguire questi percorsi. Bisogna indirizzare le giovani alle carriere scientifiche, e poi sostenerle e monitorare la parità. Servono per questo più donne ai vertici di università e istituzioni scientifiche, e nei comitati di valutazione».
La voce a due donne Stem di successo.

Cristiana Scelza, presidente di Valore D. «Sono laureata in chimica inorganica. Ho lavorato in Cina, Brasile e Olanda, poi sono tornata in Italia per un debito morale di restituzione. Sento fortissimo l'obbligo di aiutare le giovani. Devono imparare a negoziare lo stipendio e far valere la propria dignità, senza aspettarsi che sia l'azienda a riconoscere quello che fanno. Sul breve termine dobbiamo investire sulle donne che hanno un background tecnologico per non perdere talenti. E sul lungo termine è necessario un cambiamento culturale. Noi di Valore D stiamo contribuendo con la campagna Inspiring Girls, mostrando alle bambine nelle scuole che non esistono lavori da maschio e lavori da femmina».

Ed Enrica Giorgetti, direttore generale di Farmindustria: «La cosa peggiore è la rinuncia, io ci ho sempre provato, mi sono sempre sfidata. Non è stato facile, ma è stato anche divertente. Quando l'asticella è alta, le donne tentano di superarla. Anche i privati devono fare la loro parte. Abbiamo creato un campus vicino Roma per la formazione professionale dei ragazzi. Tutti sono stati assunti da aziende del territorio, il 35% è rappresentato da donne».
 

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