Preparatevi. Matilde Gioli sta per tornare con la dottoressa Giulia Giordano di Doc - Nelle tue mani (in onda dall'11 gennaio), e in un insolito ruolo come protagonista di Runner, unico film italiano selezionato al Noir in Festival.
Al cinema Matilde Gioli è la protagonista di Runner, una ragazza che si troverà coinvolta in una caccia all’ultimo sangue. «La sfida dell’impegno fisico. Quando me l’hanno proposto, mi ci sono subito vista. E non perché mi sentissi emula di Bruce Willis: ho troppo rispetto per quell’actioniconico».
Il nudo integrale
Nella prima scena del film la vedremo completamente nuda, senza imbarazzo. «A parte che già nel primo film avevo una scena di nudo, assenza totale di imbarazzo non direi. Ma è durata 10 secondi. Ho un bel rapporto con il mio corpo: non mi disturba essere nuda in mezzo agli altri, per esempio nello spogliatoio della palestra. A casa i pudici sono i miei fratelli, non io, o mia madre e mia sorella».
Un nudo senza volgarità. Perché la volgarità per l'attrice è dovuta ad altro. «La vera volgarità non è certo il topless al mare. Piuttosto è come si pongono – femmine e maschi - davanti all’obiettivo: vestiti ma ammiccanti, pose provocanti, sedere in favore di camera, bocche socchiuse...».
Matilde Gioli ha un bel rapporto con il suo corpo. E chiunque deve averlo. Soprattutto le donne. «È un messaggio che cerco di far passare anche sui miei social, dove alterno posati di moda e istantanee “al naturale”. Impariamo a piacerci per quello che siamo, a trovare il bello che è in noi. Tanto nessuno è perfetto».
Però si invecchia e questo è un confronto che viene naturale. Ma a La Stampa l'attrice sottolinea che «se guardo le mie vecchie foto mi ritrovo uguale come atteggiamento ed espressioni, mentre faccia e corpo sono cambiati. Però: evviva! Tra i 17 e i 24 anni facevo nuoto agonistico: anche solo per questo, il cambiamento è inevitabile. Anche il metabolismo cambia con l’età. Così ora ho un fisico che si è ammorbidito, mentre sul viso iniziano a esserci i segni del tempo. Trovo geniale la battuta sulle rughe attribuita alla Magnani, che andavano rispettate,che ci aveva messo una vita a farsele. Immortalità ed eterna giovinezza non mi fanno impazzire come idea».