Con l'affidamento, ieri mattina, da parte del Pubblico ministero Guido Cocco di una perizia volta ad accertare la grafia ed il contenuto delle frasi che con quasi certezza, Carlo Vicentini avrebbe lasciato su un foglietto, prima di commettere il triplice omicidio per poi togliersi la vita, si è conclusa la fase degli affidamenti a esperti del materiale che è stato sequestrato dagli agenti della Squadra mobile della Questura dell'Aquila e dai loro colleghi della Polizia Scientifica di Ancona subito dopo il ritrovamento, venerdì pomeriggio, dei quattro cadaveri dell'interno nucleo familiare.
Ci vorrà del tempo per avere un quadro dettagliato di come la tragedia si è consumata nel cuore della notte, tra mercoledì e giovedì scorso a Tempera nella villetta di proprietà del primario urologo in pensione, Carlo Vicentini.
Sempre secondo una prima ricostruzione, la ragazza si era accorta della furia omicida del padre e nel tentativo di fuggire sarebbe stata colpita lungo il corridoio (in piedi dunque, rispetto alla madre e al fratello, colpiti nel sonno) per poi morire dietro la porta della propria camera da letto. Gli investigatori hanno anche rinvenuto una impronta della mano del capofamiglia sporca di sangue sulla parete del corridoio. Evidentemente si è appoggiato in quei momenti terribili. Esito negativo ha dato sia l'esame istologico che quello su possibili tacce di alcol o sostanze stupefacenti sul cadavere dell'urologo. Infine attesi i risultati balistici e quelli sui cellulari, computer e telecamere di videosorveglianza della villetta.